
Hai mai provato, dopo la corsa, quella sensazione di benessere profondo?
È il runner’s high:
una reazione autentica, documentata dalla scienza.
Seguimi: ti porto nel cuore del cervello di chi corre.
Cos’è il runner’s high?
Molti sportivi regolari, dopo uno sforzo di almeno 30/45 minuti, godono di una sensazione di benessere allo stato puro.
Le endorfine, peptidi oppioidi endogeni, secrete dalla parte anteriore dell’ipofisi e dall’ipotalamo, raggiungono le aree cerebrali delle emozioni, si legano ai recettori μ e determinano una sensazione di euforia: il runner’s high.
La corsa ed altri sport di resistenza (nuoto, ciclismo, aerobica, etc) sono più endorfinogeni di altri.
Endorfine e attività fisica: una lunga ipotesi
Per più di 30 anni il runner’s high è rimasto un’ ipotesi (l’ipotesi delle endorfine, Morgan 1985).
Come dimostrare che ci fossero cause neurochimiche e non psicologiche?
Che il cambio dell’umore di uno sportivo fosse il risultato di effetti biochimici dell’esercizio fisico sul cervello (meccanismo oppioidergico centrale) e non una sensazione “di moda” tra gli amanti dello sport e i patiti della New Age?
Diverse ricerche sui meccanismi oppioidergici centrali indotti dall’attività fisica si basavano solo su misure indirette, come i livelli di β endorfina nel sangue periferico, livelli che risultavano fino a 5 volte superiori a quelli rilevati allo stato di riposo, ma non provavano alcun legame diretto tra esercizio fisico e rilascio di endorfine.
La svolta scientifica: lo studio del team di Boecker
Il metodo di indagine (PET e test VAMS)
Ricercatori tedeschi, guidati dal Dr. Henning Boecker (Università di Bonn), si proposero di testare l’ipotesi delle endorfine, avvalendosi delle scansioni PET e del test VAMS.
Le scansioni PET con l’uso di un ligando oppioide, il [18F]FDPN, 6-O-(2-[18F]fluoroetil)-6-O-dismetildiprenorfina ([18F]FDPN, servivano per verificare e quantificare il rilascio oppioidergico endogeno centrale (attività endorfinica cerebrale) indotto dall’attività fisica, attraverso il numero di recettori oppioidi ancora liberi, e quindi disponibili per il tracciante.
Il test psicologico standard VAMS (Visual Analog Mood Scales, Scala analogica visiva dello stato dell’umore), serviva per misurare i cambiamenti di umore.
I partecipanti
Pensarono di procedere con uno studio clinico a singolo cieco: i 10 corridori (maschi di età compresa tra i 33 e i 40 anni) non vennero informati sul reale scopo dello studio al quale avevano accettato di sottoporsi. Essi, infatti, pensavano di partecipare ad uno studio sui recettori oppioidi nel cervello non ad un’indagine sulla correlazione tra attivazione oppioidergica cerebrale e runner’s high.
Era però necessario che i corridori selezionati avessero affermato, nel questionario cui erano stati sottoposti, di aver provato sensazioni simili al runner’s high, durante o dopo la corsa.
Era inoltre necessario che tutti i partecipanti praticassero, da almeno 2 anni, un’ attività sportiva regolare (in questo caso la corsa), di almeno 4 ore a settimana, per assicurarsi che potessero partecipare allo studio senza incorrere in problemi di resistenza.
I 10 corridori vennero sottoposti a scansioni PET con preinezione del ligando aspecifico [18F]FDPN e a test VAMS, prima (a riposo) e dopo una corsa di 2 ore (21,5±4,7 km).
Ogni volontario veniva sottoposto a:
● scansioni [18F]FDPN PET: una allo stato di riposo e una dopo la corsa. L’ordine delle 2 PET era random per i partecipanti;
● test VAMS per la misura dello stato emotivo: prima e dopo la corsa, prima della PET allo stato di riposo e dopo lo studio PET, in condizioni normali di allenamento (cioè senza l’influenza della procedura scanner, a casa, in 3 giorni diversi).
Gli stati emotivi misurati dal test erano: tristezza, tensione, paura, rabbia, confusione, stanchezza, felicità, energia.
Gli estremi della scala di valutazione (in millimetri) erano per VAS euforia, ad esempio: “no euphoria at all” (a sinistra della scala) contro “strongest euphoria imaginable” (a destra della scala).
Dal confronto tra le immagini PET, indicative dell’attività endorfinica cerebrale e i dati VAMS, indicativi dell’umore, prima e dopo la corsa, emersero i primi dati in vivo a prova del runner’s high:
1. durante la corsa venivano rilasciate endorfine;
2. le endorfine si legavano ai recettori oppioidi (in particolare ai recettori μ) in aree del cervello associate alle emozioni (stato affettivo e umore), in particolare, le aree prefrontale e limbica/paralimbica;
3. la quantità di endorfine presenti nelle aree cerebrali frontolimbiche, rilevata dalle immagini PET, era proporzionale al grado di cambiamento dell’umore, rilevato nel corridore dal test psicologico VAMS: maggiore era lo stato di euforia “sentito” dal corridore dopo la corsa, maggiore era la quantità di endorfine rilevata nelle scansioni PET: correlazione inversa tra il legame del ligando (disponibilità di recettori oppioidi per il tracciante) e gli indici di euforia VAS nella corteccia prefrontale/orbitofrontale, nella corteccia cingolata anteriore, nella corteccia insulare/ parainsulare.

Nella scala VAMS di 9 valori, l’euforia e la felicità erano i soli valori che mostravano un cambiamento significativo in relazione all’attività fisica, in particolare i valori per l’euforia erano: 28.5 ± 17.4/100, allo stato di riposo; 37.6 ± 19.6/100, prima della corsa; 73.3 ± 13.2/100, dopo la corsa. (H. Boecker et al., 2008 - fig1)
![Correlazione tra il legame oppioidergico e l’ indice VAS di euforia nel corridore, in 3 regioni cerebrali: corteccia cingulata anteriore (ACC), corteccia orbito frontale (OFC), corteccia insulare (INS). Il legame del ligando [18F]FDPN PET nelle rispettive aree cerebrali è tracciato in relazione all’euforia percepita. Ascissa: indice VAS euforia da 0 a 100. Ordinata: distribuzione volumetrica (DV) del ligando (punti colorati: sezione assiale, coronale, trasversale). (H. Boecker et al., 2008 - fig4 -, modificata da R. Pellegrino) Correlazione tra il legame oppioidergico e l’ indice VAS di euforia nel corridore](/images/blog/webcontentbites/runnerhigh/legame-oppioidergico-indice-vas.jpg)
Correlazione tra il legame oppioidergico e l’ indice VAS di euforia nel corridore, in 3 regioni cerebrali: corteccia cingulata anteriore (ACC), corteccia orbito frontale (OFC), corteccia insulare (INS). Il legame del ligando [18F]FDPN PET nelle rispettive aree cerebrali è tracciato in relazione all’euforia percepita. Ascissa: indice VAS euforia da 0 a 100. Ordinata: distribuzione volumetrica (DV) del ligando (punti colorati: sezione assiale, coronale, trasversale). (H. Boecker et al., 2008 - fig4 -, modificata da R. Pellegrino)

Dall'attività fisica (nello specifico, la corsa) allo stato di euforia, passando per le endorfie. (R. Pellegrino, 2015)
I risultati e le aree cerebrali coinvolte
Lo stesso Boeker diceva che era possibile “leggere” sul viso il cambiamento d’umore dei corridori dopo la corsa.
La quantità di endorfine rilasciate dipende dall’ intensità, dalla durata e dalla natura dell’attività fisica (componenti dell’attività fisica).
Varia inoltre da individuo ad individuo, in relazione a: età, genere, allenamento, temperatura corporea, ritmo circadiano, stato metabolico, ciclo mestruale, fattori esterni, fattori psicologici, etc
Non tutti, quindi, rispondono ad un’attività sportiva con un runnner’ s high.
Lo sportivo regolare, che trae benefici psicofisici dall’attività sportiva praticata, avverte talvolta sintomi di dipendenza. Essi sono, in questo caso, psicologici, non fisici perché le endorfine vengono velocemente catabolizzate. Il legame che si instaura tra lo sportivo e lo sport praticato è molto forte, quasi “affettivo”.
Del resto come si può rinunciare a qualcosa che ti fa sentire bene.
AUTORE: Rosa Pellegrino
BIBLIOGRAFIA
• Boecker H, Sprenger T, Spilker M.E, Henriksen G, Koppenhoefer M, Wagner KJ, Valet M, Berthele A, Tolle TR. (2008). The Runner's High: Opioidergic Mechanisms in the Human Brain Cerebral Cortex. DOI: 10.1093/cercor/bhn013.
• Francis KT. (1983). The role of endorphins
La corsa, per molti, è ben più che uno sport. È un’esperienza fisica, mentale ed emotiva.
Ora sappiamo che è anche una reazione neurochimica misurabile. E che quella sensazione… è reale.
“Run! Run! Run!”: la mia prima corsa, una fotocopia e una strada piena di parole.